.

Estrai gemiti, dal tuo convulso corpo.
Distratti e gremiti gli spasmi presero piede.
.
.

              . .

Desideri e scansioni, momenti ermetici declinati in semplici suoni, sospesi rappresi, vivamente denudati.
.

              .       .                      .

Esperimenti di sessualità perdute.
Esperienze di un contatto, contratto.

.       .           .                      . . . .

Pelle,
carne,
tessuto,
epidermide tesa,
Segregata in punti e suture,
Decretata in nuova forma,
Sancita in muscoli tesi.


E come corpo nudo cadde la carogna cantata.
Chiasso, cavi i colpi schiantati.
Nudo.

.

Rimango in silenzio,
Di inespressivi sensi segnano i gesti;
Di compulsivi spasmi saccheggiano il corrucciato viso;
V'è sconfitta nel essere un uomo perso in se stesso?

.  .

Sconcertati i miei sogni.
Rimbruniva la notte.
Diramate le dita più soffuse, mi strangolavano il collo mordendone la carne.
.
Chiesi aiuto in silenzio.
Sentivo i passi crearsi e chiudersi.

.                       .

Impulsi scheletrici, dissanguano menti bruciate all'orlo di un collasso.
Compulsivi gli strazi di immagini schiantate addosso, ferite violente protratte nel sussidio sconosciuto di una menzogna scorticata.
.
Non v'è realtà, solo una sanguinolenta voglia di quel Sesso drogato, perché lasciar abbagliati i nostri fallimenti.
.
.
.
Ed io? Dove sono ora?

                                    .

Ed apro i miei assi, creandone massacri per l'inutilità dell'ego.
.
Quanta distratta sofferenza poniamo nei meandri di questo fragile corpo.
.
Non so dove porrò i miei letti;
Non so ancora dove porrò il mio accento.

.


Di sangue straziai le mie vesti,
Estinte sempre più ferite grezze.
Scarti di corpo, lasciano esanimi cicatrici:
A stento corroso il mio ventre prese forma.

.

Spiro,
Lentamente,
Traduco fonemi in classiche arie.
.
Deduco progressi da arroventati spilli.
.
Aspro il mio addome,
Schiude la mia croce.

.

Sarà la ricerca di quel Corpo,
Di quelle intenzioni, frammentate , disturbate, segmentate.
In involucri e sensazioni, porgerò il mio sguardo, per conquistare quel misfatto ucciso tempo fa.

.

V'è sparsa, quel ch'io vidi, tr'l disio di nove vesti.
.
Porgesti la mano tua, quando scorie s'erano necrotizzate

.

Sarà ciò che porrò in essere.
Umanoide.

.

C'è , un particolato materiale che accinge alle chiuse dell'Io.
.
Tratti indistinti di metonimie, segmenti indistinti che volgono ad un dedito sfogo:
.
Io, Ora, Sono.

.

Nudo, non ancora, giace il mio corpo.
Scopro le mie narrazioni di tempi sordi .
.
Mi mostro, per quel che Sono e diverrò in questa nuova veste.
.
Trasmigro delitti d'autore in nuove feste, dedicate alle orde di sconfitte subite, ai massacri di quei vuoti così tremendamente sanguinosi, come quello che ora scorga lento, nella scorta di un corpo fasciato.
.
Ancora il mio volto, non è sconfitto, non ancora.

Using Format